Era ora: Grazie CINA!
da repubblica.it
Approvata una legge quadro per far decollare solare ed eolico
Obblighi e sconti fiscali per aziende e compagnie petrolifere
La Cina punta sulle rinnovabili
Entro il 2010 energia pulita al 10%
Pechino decisa ad andare avanti: "E' un obiettivo strategico"
Le ripercussioni positive potrebbero essere su scala mondiale
di VALERIO GUALERZI
PECHINO - Più sole, vento e geotermico per fare fronte all'insaziabile sete cinese di energia. Pechino ha approvato in questi giorni una legge per far decollare in tutto il Paese l'uso delle fonti rinnovabili. Il provvedimento si pone un ambizioso obiettivo: entro il 2010 il dieci per cento di tutta l'energia prodotta in Cina dovrà avere un'origine pulita.
Per raggiungere lo scopo, il provvedimento licenziato dal Comitato permanente del Congresso del Popolo e che entrerà in vigore il prossimo anno, prevede un mix di bastone e carota per le aziende elettriche che fanno girare l'immensa economia cinese. Da un lato sono infatti obbligate ad acquistare crescenti quote di energia prodotta da fonti rinnovabili a prezzi fissati dal governo, ma dall'altro le incentiva a farlo grazie ad un vasto pacchetto di sgravi fiscali e varie agevolazioni che si propongono di rendere più facile e conveniente produrre, distribuire e vendere corrente generata in maniera sostenibile.
La legge sulle rinnovabili non si preoccupa però solo dell'energia necessaria a mandare avanti fabbriche e città, ma anche di quella consumata nei motori delle sempre più diffuse automobili. Per questo fissa una serie di dispositivi che dovrebbero spingere le compagnie che distribuiscono il carburante a dotare le loro pompe anche di biodiesel e altre "benzine ecologiche".
"Lo sviluppo delle rinnovabili - ha spiegato il deputato Li Congjun parlando davanti al Comitato permanente - ha un'importanza fondamentale, è un nostro obiettivo strategico, perché la Cina è un paese in via di sviluppo con gravi problemi di approvvigionamento energetico".
La legge cinese sulle rinnovabili ha un forte sapore di scommessa estrema. Attualmente la Cina, dove secondo alcune stime circa 30 milioni di persone non sono ancora collegati alla rete elettrica, produce solo l'1 per cento della sua energia da fonti pulite contro il 6% scarso dell'Italia e il 18,2% (compreso però circa un 16% di idroelettrico) su base mondiale.
Ma si tratta di una scommessa vitale, sia per il mondo, che potrebbe avvantaggiarsi del crollo nei prezzi delle tecnologie pulite che il boom cinese produrrebbe, sia per la stessa Cina. Un fatto di cui a Pechino sembrano essere ben consapevoli: la legge è stata licenziata in tempi record, con soli due passaggi parlamentari anziché i canonici tre.
"Il passo compiuto dalla Cina verso le fonti rinnovabili - commentano con una certa soddisfazione da Greenpeace Italia - promette di essere uno straordinario volano per lo sviluppo dell'energia pulita su scala mondiale". "Ma paradossalmente - aggiunge Roberto Ferrigno direttore delle campagne dell'associazione ecologista - l'Europa rischia di perdere la leadership tecnologica ed industriale in questo campo. Bisogna decidere immediatamente un ulteriore balzo in avanti nell'uso delle rinnovabili nel nostro continente". (3 marzo 2005)
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