venerdì, marzo 18, 2005

stranissimo 4: ricapitoliamo

da effedieffe
Giorni fa il banchiere d’affari Edouard Stern (genero del padrone della Lazard) viene trovato ucciso nel suo appartamento a Ginevra. Benché sia vestito solo di un body di lattice (un costume da pornoshop), i giornali – pochi – che riportano la notizia, ventilano una vendetta della “mafia russa”. Guarda caso: proprio negli stessi giorni la polizia israeliana chiude la filiale di Tel Aviv della banca Hapoalim, attraverso la quale Vladimir Gusinski, “oligarca” e capomafia russo riparato in Israele, riciclava denaro sporco. Alla Hapoalim vengono congelati conti per 180 milioni di dollari di mafiosi russi legati a Gusinski.
Una coincidenza? O c’è una relazione tra i due fatti? Non sperate che venga qualcuno a confermarcelo: i panni sporchi finanziari (specie di “quella” finanza) si lavano rigorosamente in famiglia.
Ma salta agli occhi una circostanza: la vicenda somiglia fin troppo ad un vecchio fatto di sangue. Parliamo dell’assassinio di Edmond Safra a Montecarlo, i 3 dicembre 1999. Ricchissimo banchiere con un patrimonio di quasi 3 miliardi di dollari, Safra aveva inaugurato le sue fortune in Svizzera, con la sua Trade Development Bank. Dieci anni dopo, aveva creato a New York la Republic National Bank of New York, che finirà per avere due milioni di clienti. Pochi mesi prima di trovare la morte però Safra, ormai vecchio e malato di Parkinson, aveva annunciato di vendere il suo impero finanziario alla HongKong Shanghai Banking Corporation, storica istituzione finanziaria anglo-cinese che ebbe una parte nella “guerra dell’oppio”.
La banca doveva acquisire da Safra, oltre alla Republic National di New York, la Safra Republic Holding, un istituto molto privato con sede a Ginevra e sportelli in vari paradisi fiscali (Monaco, Guernesey, Lussemburgo, Gibilterra), che “gestiva” i risparmi, chiamiamoli così, di 30 mila clienti internazionali molto riservati. Che fra questi clienti ci fossero mafiosi internazionali, lo denunciò nell’83 l’American Express, la quale accusò Safra di riciclaggio e di oscuri legami con lo scandalo Iran-Contra. Safrà vinse la causa, e l’American Express dovette pagare milioni di dollari di danni.
Negli ultimi tempi, Safra si circondava di misure di sicurezza impenetrabili. Non gli servì: ad ucciderlo fu il suo infermiere privato, di nome Ted Maher (ma forse il nome è falso), che era anche un ex Berretto Verde. L’americano ex commando, evidentemente assunto come guardia del corpo oltreché badante, bruciò il suo padrone che s’era chiuso, terrorizzato, in un locale della sua casa super-sicura. I motivi dell’omicidio non sono stati mai spiegati, l’omicida tiene da anni la bocca ostinatamente chiusa.

Ma la somiglianza del delitto con quello di Edouard Stern non finisce qui. Perché, pochi mesi prima di essere ucciso, Safra era stato chiamato in causa per un colossale furto di denaro pubblico avvenuto in Russia.
Mikhail Kasyanov, allora Ministro delle Finanze, aveva ricevuto dal Fondo Monetario un prestito straordinario di 4,8 miliardi di dollari come misura di “salvataggio” per sostenere il rublo. Non servì: nell’agosto del 1998 il grande crack, con l’insolvenza della Banca Centrale russa, il collasso del rublo e la rovina di milioni di comuni cittadini russi. E i 4,8 miliardi del FMI, che dovevano scongiurare proprio quel disastro? Spariti. Anzi, mai entrati in Russia. Qualcuno li aveva rubati, per così dire, alla fonte.
L’inchiesta condotta in seguito appurò che il colossale malloppo era stato trasferito dal Fondo monetario in vari conti presso la Republic Bank di New York, quella di Safra; e la banca aveva ricevuto l’ordine dalla Banca Centrale russa di disperdere velocemente i 4,8 miliardi di dollari verso “altri conti esteri” attraverso tortuosi giri bancari.
Sia detto a suo onore: Safra il miliardario collaborò attivamente con l’Fbi e le autorità svizzere, rivelando i meccanismi e i trucchi usati da quei suoi clienti russi per riciclare il denaro attraverso banche americane.
Appunto dopo quella sua collaborazione Safra cominciò a circondarsi di misure eccezionali di sicurezza; temeva, a ragione, la vendetta dei “russi”. Ma chi erano questi russi?
Secondo la polizia svizzera, lo stesso ministro delle finanze Kasyanov. Nel 2000, quando l’inchiesta fu conclusa, Vladimir Putin (quasi certamente ignaro) aveva appena nominato Kasyanov suo primo ministro, quando le autorità elvetiche chiesero di interrogarlo; a quel punto Kasyanov cambiò aria, sottraendosi ad ulteriori indagini. Putin lo licenziò in contumacia.

Ma non è sparito per sempre. Kasyanov, che a suo tempo s’era guadagnato il nomignolo di “Misha due per cento”, aveva potenti protettori negli Stati Uniti. S’è fatto vivo pochi giorni fa: per annunciare di voler soffiare la poltrona a Putin in “libere elezioni democratiche” (di tipo ucraino), e per riversare ogni sorta di accuse contro il presidente russo, suo ex superiore. Non pare che Putin abbia preso bene la cosa: ci ha visto, chissà perché, una manovra della Casa Bianca per creargli altre difficoltà. Una certa finanza “occidentale” non s’è rassegnata ad aver perso la Yukos, cassaforte petrolifera “privatizzata” e acquistata con denaro dei Rotschild dall’ex “oligarca” Khodorkovski, e vuole riprendersela ad ogni costo. Anche a costo di riciclare come “oppositore democratico” un discutibile delinquente quale Kasyanov.
Vedremo come finirà.

Per intanto, sottolineiamo le coincidenze e le sincronie.
Prima: Safra viene ucciso nel suo appartamento sorvegliatissimo a Monaco nel 1999. Eduard Stern viene ucciso nel suo appartamento ultra-sicuro a Ginevra nel 2005. L’uno e l’altro erano dei veri esperti di paradisi fiscali.
Seconda: Safra teme la “mafia russa”; e anche per Stern si ventila la vendetta della “mafia russa”.
Terza: quando Safra viene ucciso, è in pieno corso l’inchiesta sul riciclaggio dei quasi 5 miliardi di dollari del FMI fatti sparire da Kasyanov. Quando Stern viene ucciso, è in pieno corso l’operazione anti-riciclaggio che blocca gli affari dell’oligarca Gusinski.
Quarta: Kasyanov è riparato in Usa, dove è rimasto indisturbato tutti questi anni, anzi assai vicino ad ambienti del partito repubblicano. Gusinski, mentre i suoi conti vengono congelati in Israele e finisce sotto inchiesta, “sta visitando gli Stati Uniti” e sostiene sereno che le accuse contro di lui sono “prive di ogni fondamento”. Magari vedremo riapparire anche lui come “oppositore democratico” di Putin, benedetto dalla Casa Bianca.

C’è una strana sensazione di déjà vu, ammettiamolo.
Ma non è finita.

Quinta coincidenza: il vecchio Safra e il giovane Stern si conoscevano. Molto bene. Il giovane era consigliere finanziario del vecchio nell’affare più importante della sua vita. Un vecchio numero del giornale finanziario Bloomberg dava notizia, dopo la morte di Safra, che “ [Edouard] Stern con altri due ex banchieri della Lazard assisteva Edmond Safra nella cessione della sua Republic Bank of New York alla HongKong Shanghai Banking Corporation, per 7,7 miliardi di dollari. Safra è morto a Monaco in un incendio causato dal suo infermiere prima di poter concludere l’affare”.

Significa qualcosa tutto questo? Non ce lo spiegheranno mai. Ma certo, strane cose accadono nella finanza. Quasi delle repliche della stessa tragedia.

di Maurizio Blondet