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Piero Ricca inveì contro il premier al termine dell'udienza del processo Sme urlando: "Buffone, fatti processare".
Insultò Silvio Berlusconi, condannato a 500 euro
Piero Ricca, condannato a pagare con 500 euro l'insulto a Berlusconi
MILANO - Insultò il premier urlando "buffone" fuori dall'aula del processo Sme. Accusato di ingiuria, oggi è stato condannato a un'ammenda di 500 euro. Così ha deciso il giudice di pace di Milano, Livio Morone, nei confronti di Piero Ricca, il milanese che il 5 maggio del 2003 inveì contro Silvio Berlusconi. L'episodio accadde dopo che il premier aveva finito le sue dichiarazioni spontanee nell'ambito del processo Sme a Milano. Ricca gli disse: "Buffone, fatti processare, o finirai come Ceausescu".
Quella frase gli costò una denuncia per ingiuria da parte di Palazzo Chigi. Ma Piero Ricca, dopo essere stato identificato, tornò nell'aula della prima corte d'Assise per ripetere l'invettiva contro il capo del governo. "Buffone, fatti processare come tutti gli altri. Rispetta la legge, la magistratura, la Costituzione, la democrazia e la dignità degli italiani o farai la fine di Ceausescu o di Don Rodrigo".
"Ho solo voluto dire a Berlusconi che deve farsi processare come un normale cittadino e rispettare i giudici e la Costituzione" spiegò in seguito Piero Ricca, figlio di un magistrato.
Il pubblico ministero, Enrica Marinelli, aveva chiesto una condanna a 516 euro. Nel corso del processo iniziato nell'autunno scorso davanti al giudice di pace di Milano, su parere conforme del pubblico ministero il giudice aveva escluso la costituzione di parte civile della presidenza del Consiglio in quanto aveva ritenuto l'ingiuria reato contro la persona di Silvio Berlusconi e non, invece, contro l'istituzione presidenza del Consiglio.
(18 febbraio 2005)
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